Dopo Ferragosto sono partiti ufficialmente i controlli affidati all’Evasometro, lo strumento digitale di cui si servirà l’Agenzia delle Entrate per effettuare i controlli incrociati tra movimenti bancari e dichiarazione dei redditi dei contribuenti.
Il sistema, tecnicamente denominato GEODAS (Georeferenziazione dati statistici), si serve di un algoritmo già utilizzato per il controllo in ambito societario, che elabora le informazioni contenute nel database Sogei, necessarie alla corretta ricostruzione delle posizioni finanziarie.
Il software, così come è stato progettato, passerà al vaglio i conti correnti delle persone fisiche, concentrandosi in particolar modo su saldo e lista movimenti. Quando e se emergeranno delle incongruenze, l’algoritmo manderà un alert e, di conseguenza, verranno avviati i primi controlli.
I dati presi in considerazione si riferiscono ai seguenti prodotti:
- conti correnti;
- carte di credito;
- conti deposito;
- buoni fruttiferi e libretti postali;
- obbligazioni, titoli di Stato, azioni;
- rapporti fiduciari;
- polizze assicurative, fondi pensione e fondi di gestione collettiva del risparmio.
Spetterà al nuovo Governo fissare i paletti e applicare i filtri, anche per evitare un abuso dello strumento.
Per adesso l’ipotesi più probabile è che l’algoritmo scatterà quando si verificherà uno scostamento del 20-25% tra il saldo di fine anno del conto e quanto dichiarato. A quel punto saranno anche valutati altri dati: ad esempio bisognerà valutare se il soggetto, in quel periodo, ha ricevuto ad esempio un’eredità o venduto casa.
Appare chiaro che, in questa prima fase, l’evasometro si concentrerà maggiormente su casi limite e comunque ci sarà sempre l’occhio umano a vigilare.
Con questo strumento, grazie anche alla fattura elettronica e allo scontrino elettronico, il Fisco conta di recuperare € 10-15 miliardi.