La legge di bilancio 2020 porta con sé anche la tanto contestata “plastic tax”, volta a disincentivare l’utilizzo dei prodotti in plastica.
In particolare l’imposta si pagherà sui cosiddetti “MACSI”, cioè manufatti con singolo impiego, cioè prodotti monouso volti al contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari, anche sotto forma di fogli, pellicole o strisce, e che vengono realizzati utilizzando materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica. Ad essere esclusi solo i prodotti conformi alla norma UNI EN 13432:2002, i dispositivi medici ed i MACSI atti al contenimento ed alla protezione dei medicinali.
I soggetti passivi dell’imposta sono:
- il fabbricante (per i MACSI prodotti in Italia)
- l’utilizzatore o il venditore a consumatore finale (per i MACSI prodotti in altri paesi UE)
- l’importatore (per i MACSI provenienti da paesi extra-UE).
I suddetti soggetti passivi dovranno presentare all’Agenzia delle Dogane apposite dichiarazioni trimestrali per l’accertamento dell’imposta dovuta, la quale sarà pari a 45 centesimi di euro per chilogrammo di plastica e non va versata se l’importo è pari o inferiore a 10 euro.
Al fine di premiare i comportamenti virtuosi, invece, per il 2020 viene previsto un credito d’imposta pari al 10% delle spese sostenute per l’adeguamento tecnologico mirato alla produzione di manufatti compostabili fino ad un importo massimo di 20.000 euro per singolo beneficiario.
L’attuazione della normativa attende un apposito provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e si applicherà dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione delo stesso.