L’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera alla cedolare secca anche per locazioni brevi (inferiori a 30 giorni), per consentire a privati di concedere in locazione immobili.
Come si stipula il contratto?
La stipula del contratto deve avvenire da persone fisiche private, ossia al di fuori dell’esercizio d’impresa, a locatari persone fisiche private. Per fare ciò, è anche possibile avvalersi di intermediari che gestiscono canali telematici, come per esempio il portale AirBnB.
L’intermediario infatti si occupa di collegare domanda e offerta e se interviene nel pagamento, o incassa direttamente i canoni o i corrispettivi, deve operare una ritenuta del 21% all’atto del pagamento al proprietario locatore sull’importo indicato nel contratto di locazione.
A chi si rivolge il provvedimento?
Le locazioni brevi (articolo 4 del Dl 50/2017) riguardano i contratti di durata non superiore a 30 giorni e stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. Sono quindi esclusi dalla nuova disciplina i contratti di locazione breve che il conduttore stipula nell’esercizio di tale attività (per esempio, quelli a uso foresteria per i suoi dipendenti), anche quando non viene esercitata in maniera abituale.
Sono interessati alle nuove regole anche i contratti che prevedono la prestazione di servizi accessori, quali, per esempio, la fornitura di biancheria, la pulizia dei locali, la concessione dell’utilizzo delle utenze telefoniche o del wi-fi.
Non vi rientrano, invece, i contratti con i quali il locatore, oltre a mettere a disposizione l’immobile, fornisce altre prestazioni aggiuntive (per esempio, il servizio di colazione e la somministrazione di alimenti e bevande, la messa a disposizione di auto a noleggio, guide turistiche o interpreti); in questi casi, infatti, sarebbero riconducibili a una prestazione qualificabile, sotto il profilo fiscale, come attività d’impresa, anche se svolta in maniera occasionale.