È ormai cosa nota che, a partire dalle spese sostenute nell’anno 2020, la detraibilità delle spese in dichiarazione dei redditi è subordinata all’utilizzo di strumenti tracciabili per il relativo pagamento.
A seguito di alcuni interventi dell’Agenzia delle Entrate, non ultimo quello della maxi-circolare n. 7/2021, è stato chiarito quale dev’essere il corretto comportamento del contribuente per evitare il disconoscimento delle spese in sede di controllo.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, la via prioritaria per dimostrare l’uso di pagamenti tracciabili è costituita dall’annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale, da parte del percettore delle somme che effettua la prestazione del servizio o la cessione dei beni. In questo caso basta che il documento riporti che il pagamento è stato fatto con mezzi tracciabili e non sarà necessario produrre altro.
In mancanza dell’annotazione in fattura, allora sarà necessario conservare prova del pagamento tracciato tramite altri elementi quali:
- la ricevuta del versamento bancario o postale
- la ricevuta del pagamento tramite carta di debito o credito
- la copia del bollettino postale o del MAV
- la copia dei pagamenti con PagoPA o con applicazioni via smartphone
In assenza anche di questi elementi, si potrà ricorrere all’estratto conto che rappresenta una prova residuale a patto che che consenta di individuare con certezza gli estremi del pagamento e la sua riconducibilità al documento di spesa.
Ricapitolando ogni contribuente, al momento del sostenimento della spesa detraibile dovrà:
- se possibile, far annotare dal percettore sul documento che il pagamento è avvenuto con mezzo tracciabile
- in mancanza, conservare la prova del pagamento
- in ultima analisi, produrre l’estratto conto dal quale si evince il sostenimento della spesa.